La recensione della graphic novel adattamento del celebre romanzo di Neil Gaiman.
The Graveyard book è la trasposizione in racconto grafico dell’omonimo romanzo di Neil Gaiman, adattato da P. Craig Russell e i cui splendidi disegni sono di uno straordinario team di artisti, edita in un unico grande volume da edizioni NPE.
The Graveyard book, un’opera coinvolgente e profonda, tenera e sinistra, mostra un Neil Gaiman all’apice delle sue capacità. In questo racconto meraviglioso, Gaiman percorre le orme di scrittori ormai divenuti classici della letteratura, dandoci una storia di un fascino indimenticabile.
New York Times
Odore di latte, cioccolato, biscotti…
Uno dei primi frame della graphic novel The Graveyard book firmata Neil Gaiman, ci fa entrare nella storia con il naso, sensorialmente, generando un impatto empatico ambivalente nei confronti dell’Uomo Jack, che dopo averne accoltellato la famiglia, dà la caccia al bambino scomparso dalla scena del crimine. Questo espediente narrativo tornerà spesso sfogliando le tavole, focalizzando la nostra attenzione su sensi come tatto e udito dei personaggi, coinvolgendo ulteriormente il lettore.
Il neonato viene ritrovato a gattonare, nel cimitero poco distante, da una coppia di fantasmi, gli Owens, che decidono di crescerlo come genitori, dopo che la madre appena assassinata appare come un fulmine nel cielo e chiede loro di prendersene cura.
Subito conosciamo gli altri abitanti del cimitero, che si radunano attorno al bambino, e siamo immersi nella sua democrazia. Le anime prendono la decisione di assecondare il desiderio degli Owens tramite votazione. A sostenerne la causa è anche Silas, custode del cimitero dalle fattezze vampiresche, che si propone di aiutarli nelle questioni che richiedono di essere entità materiali e che propone di chiamarlo Nobody Owens, Bod.
Bod cresce e dopo cinque anni vissuti nella libertà del cimitero conosce la sua coetanea Scarlett, con cui scopre che il cimitero nasconde dei segreti. Il mistero si infittisce con l’arrivo di madame Lupescu, incaricata da Silas di fare da insegnante al ragazzo, quando questa nomina i Ghoul...
C’è una tomba in ogni cimitero che appartiene ai Ghoul, cercate abbastanza e la troverete sempre – con la pietra spaccata e desolata e una sensazione, se la guardate, di abbandono. Se quella tomba vi fa desiderare di essere altrove, è la tomba dei Ghoul, il loro varco.
L’autore ci fa scoprire la realtà del cimitero con gli occhi di un giovane ragazzo curioso, presentandoci personaggi della mitologia soprannaturale classica (vampiri, fantasmi, ghoul, lupi mannari…), introducendone di nuovi, come lo Sleer, e facendo continui riferimenti storici e letterari.
Forse non è un caso che Silas abbia regalato Pinocchio a Bod e che il suo primo incontro con i Ghoul ricordi molto la scena in cui il burattino conosce il Gatto e la Volpe. In questo caso, i due farabutti sono interpretati da tre Ghoul che gli promettono di portarlo in un luogo dove ognuno è libero di fare ciò che vuole. Come forse non è un caso che tra quei Ghoul e i successivi figurino due aristocratici, un chierico, l’imperatore della Cina, un rivoluzionario ed il 33esimo presidente degli Stati Uniti, come in una dantesca assegnazione della punizione infernale a personaggi storici di spicco. L’autore fa inoltre riferimento al famoso poema sinfonico composto da Camille Saint-Saëns, Danse macabre, attribuendogli una nuova narrazione: un momento di festa e condivisione tra i vivi e i morti, una tradizione secolare dimenticata da tempo.
L’intero racconto è una sorta di adattamento horror di Pinocchio, in cui vediamo Bod crescere nell’attesa di diventare un bambino vero e di conoscere il Paese dei Balocchi, rappresentato dalla realtà esterna al cimitero.
The Graveyard book è una lettura che vi consigliamo caldamente, un coinvolgente viaggio in un mondo fantastico e misterioso di quelli che piacciono tanto a noi nerd 🤓